MILANO, “IN CIELO C'È SEMPRE UNA STELLA PER ME”
Mercoledì 27 maggio 2015 ore 18,00 presso ANPI Libri, via San Marco,49 Milano, si terrà la presentazione del libro di GIORGIO BURIDAN: “In cielo c’è sempre una stella per me. Diario di guerra partigiana“ - Tararà, 2014
Ne discutono
Roberto Cenati (presidente ANPI provinciale di Milano),
Giovanni Cerutti (direttore Istituto Storico della Resistenza, Novara),
e le curatrici Maria Silvia Caffari e Margherita Zucchi
La straordinaria testimonianza di un protagonista della Resistenza, lo scrittore Giorgio Buridan. Attraverso le pagine del diario si possono ripercorrere numerosi episodi del 1944 che hanno portato alla Liberazione di Domodossola e alla Repubblica dell’Ossola, fino alla sua caduta, all’esodo dell’Autore in Svizzera, all’internamento, all’odissea del rientro in Italia, ai rapporti della Resistenza locale con il CLN e con il Service Intelligence degli Alleati, per arrivare fino alla Liberazione di Stresa, Lesa e Milano, a cui l’autore ha partecipato in qualità di Commissario del Raggruppamento Divisioni Patrioti “Alfredo Di Dio", quale addetto stampa per il giornale «Valtoce». Ma la scelta antifascista e partigiana dell’Autore ha radici prima ancora del 25 luglio 1943, a Stresa, suo paese natale, dove con altri giovani amici aderisce al Partito d’Azione. Renato Boeri, l’amico delle tante estati passate a Stresa, è lui a presentarlo a Ferruccio Parri. Inizia così la Resistenza del ragazzo Giorgio (era nato nel 1921), con la distribuzione della stampa clandestina per Giustizia e Libertà e l'’opera di staffetta con i messaggi da portare tra il Mottarone, dove è stata paracadutata la Missione Radio Sàlem, e Milano, dove in via Marcia su Roma (ora via San Marco) sotto falso nome abita il comandante dei Servizi informazioni delle Radio clandestine, Enzo Boeri, fratello di Renato, quel caro amico Renato Boeri che Giorgio incontrerà ancora durante l'’estate del ‘44, quando si trova in Ossola presso la formazione Valtoce, e a Stresa, quando trascriverà il discorso da lui fatto dopo la liberazione. Altri personaggi occupano un posto particolare nel racconto, fra tutti i due amici caduti: Mario Greppi, “Mariolino", l’eroico figlio di Antonio Greppi, primo sindaco di Milano dopo la Liberazione; Alfredo Di Dio, il comandante “Marco", a cui il commissario Giorgio dedica il suo diario, questo diario di mezze carte veline cucite tra loro da un cordoncino e rimasto per settant’anni nascosto nell’archivio degli scritti di tutta una vita.