ANED, "L’ITALIA E L’EUROPA ALZINO LA VOCE CONTRO LA LEGGE POLACCA"
Lettera aperta alle autorità italiane ed europee
L’ITALIA E L’EUROPA ALZINO LA VOCE CONTRO LA LEGGE POLACCA,
ANTISTORICA, OSCURANTISTA E NEGAZIONISTA
Continuano in tutto il mondo le proteste contro la nuova legge sulla memoria approvata dal Parlamento polacco.
La legge mirava originariamente a punire chi parla di “campi di sterminio polacchi”, invece che di “campi nazisti tedeschi in Polonia”. Essa riaffermava in sostanza un principio ovvio, perché furono i nazisti, e non certo i polacchi, a impiantare in quel paese le strutture nelle quali sono stati uccisi a milioni ebrei inermi, antifascisti, Rom e Sinti, militari dell’Armata Rossa, e gran parte della classe dirigente del paese.
Un emendamento introdotto successivamente però prevede che “Chiunque pubblicamente e contrariamente ai fatti, attribuisca alla Nazione polacca o allo Stato polacco responsabilità o corresponsabilità per i crimini nazisti commessi dal Terzo Reich tedesco, (...), o per qualsiasi altro crimine contro la pace, l’umanità o crimini di guerra o sfacciatamente diminuisca la responsabilità dei reali esecutori di questi crimini, sarà passibile di una multa o privazione della libertà per un massimo di tre anni.”
Si tratta di un autentico attentato alla verità storica e a qualsiasi nuova ricerca su quanto accadde in Polonia negli anni della Seconda guerra mondiale. Una dizione volutamente ambigua punta con evidenza a mettere al riparo qualsiasi cittadino polacco dall'accusa di aver collaborato con i nazisti alla persecuzione e allo sterminio degli ebrei: un'assoluzione generale che finisce per sminuire e rendere marginale persino il ruolo di quelle migliaia di polacchi che davvero rischiarono in prima persona per difendere, nascondere, proteggere gli ebrei perseguitati. Circa la metà dei “Giusti” riconosciuti dal Memoriale di Yad Vashem in tutto il mondo erano in effetti cittadini polacchi: eroi che combatterono con ogni mezzo l'antisemitismo di massa che pervadeva il paese, e che sfociò a più riprese – questa è purtroppo una verità incontrovertibile - in terribili atti di violenza ai danni delle comunità ebraiche locali.
Oggi la maggioranza ultranazionalista e reazionaria del Parlamento di Varsavia, impegnata in una campagna antitedesca e anti-europea, arriva a piegare per legge la storia a una lettura di comodo e a minacciare chiunque all'interno o all'estero osi documentare il contrario.
L'Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi nazisti, che è sempre stata in questi decenni al fianco di quanti con capacità e coraggio hanno ricostruito le drammatiche vicende di quel paese, che fu certamente uno dei più colpiti dalla violenza nazista, unisce la propria voce a quella di chi difende la libertà della ricerca storica. Solo la verità, suffragata da documenti inoppugnabili, può fornire le fondamenta sulle quali costruire un'autentica unità europea contro tutti i nazionalismi contrapposti.
L'Italia e l'Europa devono alzare la propria voce contro una legge che viola la libertà della cultura, della ricerca, dell'insegnamento sancita nei trattati europei. Solo la conoscenza rende liberi. Ma la conoscenza deriva dal libero studio e dai documenti, e non dalle pretese di questa o quella maggioranza parlamentare.
Milano, 4 febbraio 2017
ANED