ADDIO AL POETA FRANCO LOI
È morto a Milano Franco Loi, uno dei maggiori poeti italiani del dopoguerra e il maggiore tra quelli in dialetto milanese.
Franco Loi, quattordicenne, all'epoca dell'eccidio nazifascista dei 15 Martiri di piazzale Loreto, così rievoca la scena di quei corpi straziati: "Erano tutti abitanti del rione, tra Teodosio e Loreto. Uno con le mani protese davanti alla faccia, come a proteggersi e gridare; un altro con gli occhi stravolti, bianchi, le labbra tumide, dure; e altri ancora con le dita lunghe come rami, e certi colli gialIi tra camicie gualcite, magliette spiegazzate. I parenti non potevano onorare i loro morti. Nessun grido, nessun pianto. I fascisti erano lì, giovani e spavaldi. Ogni tanto provavo a distogliere gli occhi, e vedevo quei giovani in camicia nera, che fissavano la gente e sembrava volessero provocare. Ma la gente era immobile, come inchiodata, con gli occhi bassi e le spalle pesanti. Tutto pareva far parte di una scena irreale, completamente separata dall'ampiezza del cielo e di piazzale Loreto, che sotto il sole si allontanava verso viale Monza, viale Padova, via Porpora e quel Titanus imponente del comando nazista." Sergio Temolo, figlio di Libero, Martire di piazzale Loreto, aveva anch'egli 15 anni e fin dall'adolescenza è stato inseparabile amico di Franco Loi.
Ricordo con grande affetto Franco Loi da noi spesso invitato nella ricorrenza del 10 agosto, in piazzale Loreto, a testimoniare, con passione e commozione quel terribile eccidio che la Milano democratica e antifascista non ha mai dimenticato.
Roberto Cenati - Presidente Anpi Provinciale di Milano