5 GENNAIO 1984: UCCISO DALLA MAFIA IL GIORNALISTA GIUSEPPE FAVA
Il 5 gennaio del 1984 moriva a Catania, assassinato in un agguato mafioso, Giuseppe Fava, per ordine di Nitto Santapaola, condannato all'ergastolo .
Giuseppe Fava nel gennaio 1983 aveva fondato, insieme ad un gruppo di giovani giornalisti suoi soci nella cooperativa Radar, il mensile "I Siciliani". Nell'editoriale del primo numero aveva elencato i temi di cui la rivista avrebbe cominciato ad occuparsi: la crescita spaventosa della mafia, il sogno fallito dell'industria, la corruzione politica, l'inquinamento delle coste e la campagna pacifista in risposta allo stanziamento di missili nucleari nelle Basi Nato della regione. Nel primo numero era presente l'inchiesta probabilmente più importante di tutta la storia de I Siciliani: "I quattro cavalieri dell'apocalisse mafiosa", un servizio dedicato ai quattro maggiori imprenditori catanesi, Rendo, Graci, Costanzo e Finocchiaro. Di loro aveva parlato il generale Dalla Chiesa prima di essere ucciso dalla mafia, rispondendo all'intervista di Giorgio Bocca: "I quattro maggiori imprenditori catanesi oggi lavorano a Palermo - aveva detto Dalla Chiesa - lei crede che potrebbero farlo se dietro non ci fosse una nuova mappa del potere mafioso?". Negli anni de "I Siciliani", nella Sicilia scossa dall'uccisione del generale Dalla Chiesa, si scopre da quel giornale che la mafia a Catania è ben radicata, che il territorio etneo sta diventando di primissimo piano nello scacchiere della criminalità organizzata, rivelandosi centro nevralgico degli equilibri economici di Cosa nostra. Catania farà i conti con la mafia proprio il 5 gennaio del 1984, davanti all'omicidio di un intellettuale, di un uomo che era riuscito a parlare davvero alla gente e a proporre strumenti razionali per la lotta alla mafia. Al ricatto mafioso "I Siciliani" non cederanno, continuando nel proprio lavoro, denunciando con forza le collusioni tra mafia, magistratura e imprenditoria. Essi riusciranno ad essere, per qualche anno, i protagonisti del movimento antimafia siciliano, coagulando intorno a loro la società civile, dopo aver sensibilizzato una nazione intera. Continueranno ad essere così il punto di riferimento, insieme al quotidiano "L'ora di Palermo", dell'informazione antimafia, seppur soffrendo parecchi problemi finanziari dovuti al fatto di essere un giornale libero e senza padroni.
Roberto Cenati - Presidente Anpi Provinciale di Milano