"E' APOLOGIA, ANDAVA VIETATA LA MANIFESTAZIONE"
Saluti romani per la commemorazione Mussolini al lago di Como
Cerimonie a Dongo e a Giulino di Mezzegra, Anpi protesta
Pagliarulo al Ministro Lamorgese: "Errore gravissimo autorizzare la manifestazione fascista a Dongo"
3 Maggio 2021
Il Presidente nazionale dell'ANPI ha scritto al Ministro dell'Interno: "A nome dell'Associazione che rappresento, mi permetto perciò di chiederLe di appurare nel dettaglio le responsabilità in merito alle iniziative in oggetto traendone le necessarie conseguenze"
Gentilissima Ministro,
certamente è a conoscenza delle commemorazioni fasciste della mattina del 2 maggio a Dongo e Giulino di Mezzegra. Ci risulta che tali commemorazioni siano state autorizzate dalle autorità competenti nonostante le proteste di un'ampia area di forze sociali e politiche e nonostante alcune interrogazioni parlamentari.
Si è trattato di eventi pubblici e pubblicizzati, corredati di manifestazioni esteriori di esaltazione di esponenti del fascismo. Durante l'iniziativa di Giulino di Mezzegra erano presenti due cartelli, sul primo dei quali era scritto “In questa Italia penosa e buia un raggio di luce ricordando il nostro Duce”, e sul secondo “Solo Dio può piegare la volontà fascista. Gli uomini e le cose mai”. Su di un terzo cartello era riprodotto l'effigie di Benito Mussolini. Sia a Dongo che a Giulino di Mezzegra i partecipanti hanno ripetutamente ostentato il saluto romano e scandito le parole “Duce, Duce!”.
Ella è anche a conoscenza che la legge 645/1952 – la cosiddetta legge Scelba – sanziona “(…) chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.
Quello che è avvenuto a Dongo e Giulino di Mezzegra era previsto e prevedibile. Direi di più: era certo e ovvio. Pensiamo perciò che chi ha autorizzato tali eventi abbia commesso un gravissimo errore di cui si deve assumere la responsabilità.
Ancor più grave sarebbe mettere sullo stesso piano la doverosa e pacifica iniziativa unitaria di contrasto alla manifestazione neofascista con tale manifestazione neofascista. Si tratterebbe di una equidistanza intollerabile sia dal punto di vista ideale, essendo irragionevole, oltre che illegittimo, essere equidistanti fra Repubblica democratica e fascismo, sia dal punto di vista giuridico, essendo i comportamenti messi in atto dai manifestanti filofascisti, configurabili come reati.
Aggiungo che tutto ciò avviene in un contesto da tempo lacerato da una ininterrotta e crescente serie di iniziative, provocazioni, aggressioni fisiche o via social, spesso con connotazioni razziste, discriminatorie o nazionaliste, da parte di gruppi o esponenti neofascisti, costituendo nell'insieme un quadro allarmante in particolare nel difficilissimo momento che attraversa il Paese.
Mi pare che i discorsi pronunciati il 25 aprile dal Presidente della Repubblica al Quirinale e dal Presidente del Consiglio al museo di via Tasso sgomberino il campo da qualsiasi titubanza o tolleranza nei confronti di ogni pubblica manifestazione che si richiami al fascismo.
A nome dell'Associazione che rappresento, mi permetto perciò di chiederLe di appurare nel dettaglio le responsabilità in merito alle iniziative in oggetto traendone le necessarie conseguenze, di impedire qualsiasi iniziativa, comunque motivata, di apologia del fascismo, di contrastare ogni forma di aggressione o provocazione sia fisica che tramite social da parte di persone che al fascismo si richiamano.
Distinti saluti.
Gianfranco Pagliarulo
Da una parte della piazza una settantina di nostalgici fascisti in abbigliamento nero, dall'altra alcune centinaia di manifestanti dell'Anpi e dei sindacati. Si è svolta così, tra saluti romani da una parte, "Bella ciao" e slogan dall'altra questa mattina in piazza Paracchini a Dongo, la commemorazione dei gerarchi fascisti fucilati il 28 aprile del 1945, una cerimonia organizzata dall'associazione Mario Nicollini di Como, autorizzata da Questura e Prefettura e contro la quale si sono alzate molte voci da parte dell'Anpi, dei sindacati e di politici di sinistra.
Al di là del clima piuttosto, teso, tuttavia, non ci sono stati incidenti. Più tardi, a Giulino di Mezzegra, più di cento nostalgici hanno invece ricordato Benito Mussolini e Claretta Petacci nel luogo in cui la storiografia ufficiale colloca la loro fucilazione: il cancello di Villa Belmonte.
ANSA