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MARZABOTTO: COMMEMORAZIONE 78° ANNIVERSARIO DELL'ECCIDIO DI MONTE SOLE

Si informa che, causa disinnesco ordigni bellici nel Comune di Casalecchio di Reno nella giornata del 2 ottobre 2022, la viabilità di accesso a Marzabotto risulterà modificata.

In conseguenza della chiusura del tratto autostradale Casalecchio di Reno - Sasso Marconi il traffico verrà deviato sulla S.S.Porrettana (direzione Casalecchio di Reno - Marzabotto)

 

DOMENICA 2 ottobre 2022
Viaggio della Memoria: Marzabotto

Nel 78° anniversario dell'eccidio di Monte Sole, l’ANPI provinciale Monza e Brianza, con Emergency Monza ed ANED Sesto S. Giovanni-Monza, organizza il pullman per partecipare alla commemorazione e per visitare i luoghi della Memoria.

PROGRAMMA:
ore 06.30: partenza da Monza, Via Pellettier (parcheggio istituto Mosè Bianchi)
ore 10.30: arrivo a Marzabotto.
Visita al Sacrario dei Caduti, al Museo, al Giardino della Pace dedicato a Gino Strada e Teresa Sarti.
Partecipazione alle orazioni ufficiali della commemorazione.
ore 12.30: Pranzo presso lo stand ristorante di ANPI Marzabotto (vedi menù e prezzo su locandina apposita)
ore 14.30: Visita al Parco Storico Monte Sole
ore 17.00: ripartenza per Monza.

La quota per il pullman è di € 15 per gli iscritti ANPI, € 20 per i non iscritti, gratis per i minori.

Per la prenotazione (fino ad esaurimento posti - entro il 20/09) inviare una mail all’ANPI Monza e Brianza - info@anpimonzabrianza.it  con nominativi, recapiti telefonici dei partecipanti e scelta menù (se vegetariano o no).

 

29 settembre 1944: strage nazifascista di Marzabotto

La strage di Marzabotto fu la tragica tappa finale di una “marcia della morte” nazifascista che era iniziata in Versilia. L’esercito alleato indugiava davanti alla Linea Gotica e il feldmaresciallo Albert Kesselring, per proteggersi dall’incubo dei partigiani, aveva ordinato di fare “terra bruciata” alle sue spalle.

Dopo il massacro di Sant’Anna di Stazzema, commesso il 12 agosto 1944, gli eccidi nazifascisti contro i civili sembravano essersi momentaneamente fermati. Ma Kesselring aveva scoperto che a Marzabotto agiva con successo la brigata Stella Rossa e voleva dare un duro colpo a questa organizzazione e ai civili che la appoggiavano.

Già in precedenza Marzabotto aveva subìto rappresaglie, ma mai così grosse come quella dell’autunno 1944. Responsabile dell’operazione fu nominato Walter Reder, capo del 16° battaglione SS della 16a SS Freiwilligen-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS, già autore della strage di Sant’Anna e sospettato, a suo tempo, di essere uno tra gli assassini del cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss. Militi della Repubblica di Salò furono guide e spie al servizio dei nazisti e pur essi massacratori nei giorni della grande strage; anche se camuffati sotto le divise delle SS, vengono riconosciuti da molti cittadini di Marzabotto e i sopravvissuti raccontano e testimoniano.

La mattina del 29 settembre, prima di muovere all’attacco dei partigiani, quattro reparti delle truppe naziste, comprendenti sia SS che soldati della Werhmacht, accerchiarono e rastrellarono una vasta area di territorio compresa tra le valli del Setta e del Reno, utilizzando anche armamenti pesanti. Successivamente le truppe si mossero all’assalto delle abitazioni, delle cascine, delle scuole e fecero terra bruciata. Nella frazione di Casaglia di Monte Sole, la popolazione atterrita si rifugiò nella chiesa di Santa Maria Assunta, raccogliendosi in preghiera. Irruppero i tedeschi che uccisero con una raffica di mitragliatrice il sacerdote don Ubaldo Marchioni e tre anziani. Le altre persone, raccolte nel cimitero, furono mitragliate: 195 vittime, di 28 famiglie diverse, tra le quali 50 bambini. Fu l’inizio della strage. Ogni località, ogni frazione, ogni casolare fu setacciato dai soldati nazisti e non venne risparmiato nessuno.

La violenza dell’eccidio fu inusitata: alla fine dell’inverno fu ritrovato sotto la neve il corpo decapitato del parroco Giovanni Fornasini.

Fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, dopo sei giorni di violenze, il bilancio delle vittime civili si presentava spaventoso: oltre 770. Le voci che immediatamente cominciarono a circolare relative alla strage furono negate dalle autorità fasciste e dalla stampa locale indicandole come diffamatorie; solo dopo la Liberazione lentamente cominciò a delinearsi l’entità del massacro.

Roberto Cenati - Presidente Anpi provinciale di Milano 

 

  02.10.22 18:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Attività in Lombardia, Iniziative, Comitati Provinciali, Resistenza, Novità, Memoria, Testimonianze, Anniversari, Ricorrenze, Commemorazioni, Cultura
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