La Deportazione vogherese
ETTORE LEVI
Nato a
Mantova il
20 aprile 1890, morto probabilmente ad
Auschwitz.
Ebreo, residente a
Milano, dopo la promulgazione delle
leggi razziali fa istanza per la
discriminazione per benemerenze, ma l’esito della richiesta viene sospeso.
Una documentazione relativa al suo nome compare nei fascicoli personali degli
“Stranieri
internati”, presso l’
Archivio Centrale dello Stato. Da questa documentazione risulta essere
arrestato a
Voghera il
5 dicembre del
1943, viene disposto il suo internamento nel
campo di
concentramento di
Montalbano (
FI); nel
gennaio successivo è ricoverato nell’
ospedale di
Voghera per enterocolite e colecistite. Sottoposto a visita medico-fiscale e viene ritenuto dal
medico provinciale
“non idoneo a sopportare il regime del campo di concentramento”.
E’ quindi autorizzato a rimanere a
Voghera quale
“internato libero”.
E’
arrestato di nuovo a
Voghera il
3 agosto ’44. Inviato al
campo di Bolzano, da qui è
deportato
ad
Auschwitz il
24 ottobre 1944, dove gli viene assegnato il
numero di matricola 199874.
Secondo
L. Picciotto Fargion sarebbe
deceduto in luogo ignoto dopo il
novembre 1944, mentre
per gli
"Elenchi nominativi delle domande accolte per gli indennizzi" pubblicati sulla
Gazzetta
Ufficiale risulterebbe
morto ad
Auschwitz il
3 agosto 1944 (
la stessa data dell’arresto!).
Mario Piazza ricorda l’arrivo del
“rag. Ettore Levi” nella sua baracca ad
Auschwitz pochi giorni
prima di una selezione avvenuta tra i
deportati il
27 ottobre 1944.
Nel resoconto del
28 ottobre del
“Kalendarium” si legge:
“Dal trasporto misto comprendente
196 uomini e un numero sconosciuto di donne internati dalla Sipo, dal SD e dal RSHA di
Bolzano, dopo la selezione 59 uomini sono internati nel lager e registrati con i numeri da
199858 a 199883 e da B-13710 a B-13742. Vengono alloggiati nel campo di quarantena.
I restanti 137 uomini sono uccisi nelle camere a gas”.
E in quello del
29 ottobre:
“Nel campo di quarantena maschile BIIb, un medico SS del lager
conduce una selezione, nel corso della quale sceglie 64 detenuti che il giorno stesso sono
portati nel bagno dell’infermeria per detenuti e di lì, insieme con altri prigionieri
selezionati, in un crematorio dove trovano la morte”.
La sorella
Elide, nata nel
1892 a
Mantova,
arrestata a
Milano il
20 marzo 1944, è
deportata ad
Auschwitz con il
"convoglio 9", e
uccisa all’arrivo il
10 aprile ’44 (sono pure
deportati e
uccisi
il marito
Levi Samuele Enea, nato nel
1883, e la loro figlia
Levi Silvana, nata nel
1920).