Un mix di autobiografia ed invenzione, realizzato con
tavole a matita di grande impatto emotivo. Questo, in
estrema sintesi è «YOSSEL: 19 APRILE 1943» la graphic
novel di Joe Kubert pubblicata nel 2003.
Autore di fumetti per grandi case editrici (DC Comics,
Marvel Comics), tra i personaggi che ha il piacere di disegnare citiamo
Batman, Superman, Flash.
L’artista statunitense ha realizzato graficamente anche la
voluminosa storia di 230 tavole “Il cavaliere solitario”
che vede come protagonista Tex Willer. Fondatore di una
scuola di fumetto, che prende il suo nome, Joe Kubert ha
realizzato, nel 1996, anche la notevole graphic novel dal
titolo “Fax from Sarajevo“. **
«YOSSEL: 19 APRILE 1943» è un racconto in prima
persona, basato su ricordi e disegni eseguiti mentre gli
eventi si susseguivano, con la smaniosa necessità di
fermarli su carta.
Joe Kubert ci consegna, attraverso il giovane polacco
Yossel, la rappresentazione esatta di ciò che vede attraverso le lenti dell’incredibile paura
che gelò il sangue nelle vene di centinaia di migliaia di polacchi durante l’invasione nazista.
Kubert, in questa sua opera, da
prova di una sintesi eccezionale fra
disegno, tratto, scansione,
sceneggiatura. Le immagini non sono
"perfette", i disegni non sono
fotografie, gli sfondi sono abbozzati o
non ci sono del tutto, non c’è colore
ed anzi una ’patina di sporco’ si posa
su tutte le pagine. Il tratto non
dipinge le immagini, le evoca.
I disegni risultano così radicalmente
diversi da quelli a china dei comuni
fumetti, avvicinandosi di più agli
schizzi preliminari dei pittori.
Per i testi, dello stesso Kubert, non
sono mai state usate le tipiche
"nuvolette", ma esclusivamente le
didascalie, anche per i dialoghi. La
graphic novel diventa così uno
strumento catartico, con una forte
valenza didattica, con cui l’autore
documenta un qualcosa che non ha
visto in prima persona ma che ha
coinvolto un quantitativo enorme di
suoi parenti, amici e compatrioti di sua
madre e suo padre e ci consegna un
forte, evocativo e artisticamente
notevole ’promemoria ’
da conservare e passare alle generazioni che verranno.
Yossel - la storia
Varsavia 1943, ’ghetto ebraico’. Mentre la gente viene lasciata
praticamente a morire per le strade, un gruppo di uomini si ribella ai
soldati tedeschi con la forza della disperazione, ed inizia una guerriglia
che si protrae per alcuni giorni nelle strade, anche se non ci sono molti
dubbi sull’esito degli scontri. In quel piccolo gruppo di ribelli, nel libro di
Kubert, c’è anche un ragazzino di nome
Yossel,
che a differenza della sua famiglia è scampato alle
deportazioni nei campi di sterminio, e questo
grazie alla sua bravura nel disegnare superuomini,
come quelli dei fumetti americani. Questa capacità
lo ha fatto prendere a ben volere dagli ufficiali
tedeschi, che non solo gli regalano preziosi generi
alimentari, ma gli permettono di andare e venire
liberamente dal loro quartier generale, in cambio
dei suoi disegni.
Naturalmente la
situazione sarà sfruttata
dal piccolo partigiano per vendicare in qualche modo i propri cari.
Ovviamente Yossel è lo stesso Kubert, come avrebbe potuto essere
se non fosse emigrato a New York, e
altrettanto ovviamente, vivendo nella Polonia
degli anni ’40, non ha avuto nessuna
possibilità di lavorare nel campo dei fumetti.
Nonostante ciò ha ugualmente imparato a
disegnarli abilmente, copiando i personaggi
americani. Il 19 Aprile 1943 ( pasqua ebraica)
è la data d’inizio dell’attacco finale con cui i
nazisti posero fine alla Resistenza delle
’squadre’ della ZOB (il movimento di resistenza
all’interno del ghetto). È un massacro, dove lo
stesso Yossel perderà la vita.
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** “Fax from Sarajevo”, è basato sulla storia vera di Ervin Rustemagic, amico di Joe Kubert ,
Nota a margine: Per le immagini e le tracce narrative della graphic novel